Le origini della cucina italiana sono profonde ed antiche, traggono le proprie basi dalle numerose razze che anticamente popolavano la penisola.
Le sue radici risalgono al lontano IV secolo a. C. e risentono dell’influenza del popolo etrusco, come anche della cucina araba, greca, ebraica, bizantina, fino ad arrivare a quella dell’antica Roma.
Alcuni alimenti, molto in uso nella cucina italiana e nella tradizione culinaria di questo paese, furono introdotti dopo la scoperta del nuovo mondo e divenuti lentamente indispensabili ed essenziali in molte ricette culinarie.
Alcuni di questi prodotti sono ben noti, ed ampiamente utilizzati sulle tavole, ricordiamo le patate ed i pomodori, ma anche il mais, i peperoni, il caffè, lo zucchero ed il cacao, tanto per citarne alcuni.
Nel corso dei secoli la cucina italiana ha subito grandi evoluzioni, diversificandosi di regione in regione e acquisendo, nel bagaglio sociale e culturale di ogni località, connotazioni personali ed uniche, dalle quali traggono origine le ricette tipiche.
Quando il cibo diventa tradizione la qualità delle ricette e la realizzazione delle stesse, viene spesso tramandata di madre in figlia, senza perderne i dettagli. Una caratteristica tipica che accomuna queste ricette, sta nel fatto che, per la loro creazione, ci si avvale di prodotti locali (funghi porcini, tartufi, cinghiale, pesce, spezie, ecc).
E’ così che nel corso dei secoli, il cibo diventa tradizione, ed ogni regione ha la sua tradizione: troviamo in Emilia i tortellini emiliani sia di carne che di zucca, la pasta con le melanzane e la ricotta salata in Sicilia, gli insaccati piccanti in Calabria tra i quali ricordiamo la rinomata ‘nduja.
Nella capitale, altrettanto tipici sono i salti in bocca alla romana, mentre tra i primi piatti per eccellenza, vanno ricordate sia la carbonara che l’ amatriciana.
Passando da una regione all’altra e da una città all’altra, incappiamo in una cucina che, comunque sia, costituisce sempre un vero fiore all’occhiello per il paese.
La cucina italiana, rinomata in tutto il mondo, è considerata una delle migliori in assoluto, insieme ad alcune produzioni alimentari storiche e di grande qualità, come l’olio d’oliva, il vino, sia bianco che rosso, il parmigiano ma anche tutti prosciutti sia dolci, cotti, che di montagna, prodotti che fanno concorrenza all’ottimo prosciutto spagnolo.
Ritornando alla cucina romana quest’ultima vede al suo attivo, numerosi piatti ricchi e gustosi e, sebbene le origini della carbonara siano combattute, (in quanto troviamo da un lato chi la attribuisce ai carbonari umbri che la esportarono a Roma nel diciannovesimo secolo, mentre dall’altro lato è presente la versione che riconduce la sua nascita agli americani che introdussero nel paese, uova e bacon in grande quantità, durante la seconda guerra mondiale), la carbonara è ormai da molto tempo, considerato il primo piatto per eccellenza della capitale.
Questa pietanza nasce da una ricetta povera e contadina in cui si utilizza il guanciale (pancetta o bacon) e le uova.
La scelta della pasta da utilizzare ricadrà canonicamente sugli spaghetti, anche se si potranno utilizzare dei bucatini o spaghetti alla chitarra, mentre l’ amatriciana, altro primo rinomato a Roma, vede come protagonisti indiscussi i bucatini (spaghetti più grandi forati al centro).
La ricetta della carbonara, come ben si sa, prevede un notevole utilizzo di bacon, circa 150 grammi ogni 3/4 porzioni di pasta (350 grammi circa), 5 uova di cui di 4 si utilizzano solo i rossi, un bel po’ di pepe, ed una bella manciata di formaggio saporito: il pecorino. Il guanciale dovrà essere rosolato in padella ed assumere una consistenza croccante, gli spaghetti andranno scolati rigorosamente al dente, mentre le uova si cuoceranno con il calore della pasta una volta scolata: un piatto da “leccarsi i baffi”.
Se si vuol mangiare i piatti tipici regionali, ed assaporare la cucina romana, ci si dovrà avventurare tra le stradine del centro della città alla scoperta di locali caratteristici in cui la tradizione culinaria si sposa con il dialetto spesso osservato per tradizione, in alcuni di questi luoghi. La cucina casareccia spesso si avvale di ottimi chef anche nelle gestioni familiari, in cui la reperibilità di prodotti genuini dal sapore intenso, caratterizza le ricette tipiche conferendogli la connotazione che le ha rese famose.
Il cibo diventa tradizione ed è tradizione! Questo grazie alle radici profonde che costituiscono l’essenza di un popolo, una tradizione tramandata attraverso vissuti sociali e familiari, gelosamente custoditi in un bagaglio personale che, ogni generazione, si tramanda nel corso degli anni.
Perdersi tra i vicoli della città passeggiando sui selciati secolari in sampietrini, vedere passare le carrozzelle e soffermarsi ad assaporare gli odori che provengono dalle cucine dei locali, in cui oltre ad un ottima carbonara si potranno gustare altri piatti tipici della tradizione romana: pajata, trippa e coratella, abbacchio con patate e coniglio alla cacciatora, contorni caratteristici come i carciofi alla romana e le verdure fritte o grigliate, anche i dolci ed il pane casareccio, senza dimenticare di sorseggiare l’ottimo vino dei Castelli, rinomato per il gusto rotondo e conosciuto in tutto il mondo.
Ciò che rende la cucina italiana diversa dal resto del mondo, è proprio la sua variegata personalità regionale, la sua diversificazione e l’uso di condimenti, salse e sughi, che la rendono particolarmente appetibile. Invidiataci da molti paesi, la cucina italiana si è guadagnata il primo posto venendo riconosciuta come la migliore a livello globale dalla CNN americana.
Cosa caratterizza la cucina italiana? Ma la scelta degli ingredienti! Avvalendosi di un numero limitato che va da un minimo di quattro ad un massimo di otto ingredienti, i cuochi ma anche le esperte massaie, riescono ad ottenere dei piatti ottimi e sofisticati. Il successo di questa cucina tradizionale, proviene proprio dalle sue origini, le ricette sono spesso opera di nonne, mamme e massaie e non degli chef, si tratta quindi, di una cucina semplice e gradevole, che ben si adatta alla cucina casalinga.
Il formaggio ed il vino, come già accennato, fanno parte del patrimonio tradizionale culinario italiano, tutelati dalla denominazione di origine controllata che ne garantisce la qualità, la genuinità e l’originalità del prodotto.
Un altro prodotto degno di nota che nel tempo è entrato a far parte della cucina e della tradizione italiana, è il caffè, in special modo quello espresso, irrinunciabile per molti, consumato su tutto il territorio nazionale in abbondanti quantità sia in casa che fuori casa.
Inoltre, come non parlare dei dolci? Ricordiamo i numerosi dolci tipici di cui ogni regione italiana va fiera e, com’è ovvio, anche Roma possiede i suoi dolci tipici da sfornare e assaporare.
I dolci romani sono vari e numerosi, molti a base di spezie, ricotta e miele, ci provengono dalla tradizione ebraica, tra essi, gli struffoli, i tradizionali mostaccioli, ed ancora ricordiamo il classico tiramisù, di cui alcuni locali romani sono noti produttori, i bignè di San Giuseppe, che celebrano una festa importante: quella del papà e del Santo, non dimentichiamoci dell’ottimo tartufo bianco insieme a quello nero, dolci che si ispirano ai profumi ed ai prodotti della terra, ed infine, come non citare il maritozzo con la panna? Un classico intramontabile tra i dolci romani.
All’estero trovano diffusione ed apprezzamento i ristoranti italiani, piccole “isole” regionali che consentono di esportare la tradizione culinaria di un paese, portandola a conoscenza di altre culture.
Il cibo diventa quindi una tradizione, una tradizione di cui andare fieri, da conservare sul territorio, tramandandola di generazione in generazione, assaporandone gli ottimi piatti, ed esportandoli con fierezza, in tutto il mondo.