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Sardegna preziosa e sconosciuta

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barbagiaBella e affascinante, la Sardegna ha molti elementi di richiamo, che si traducono a loro volta in differenti modi di visita: infatti, oltre alle note spiagge e alle coste meravigliose, nell’isola sono presenti variegati e straordinari paesaggi.

In più vi si trovano monumenti unici come i nuraghi, falesie dirupate, grotte, massicci attraversati da strade panoramiche e una fauna davvero caratteristica.

Per questo si possono praticare il trekking, la caccia, pesca, il turismo equestre e quello culturale.

Tra l’altro, anche se in Sardegna non esistono delle vere e proprie stazioni di soggiorno invernale, durante la stagione fredda è possibile praticare lo sci in alcune località del Gennargentu.

Quest’ultimo rappresenta il fulcro del massiccio montuoso centrale della Barbagia e ospita sia peculiarità naturalistiche di eccezionale interesse che la quota più alta dell’intera isola: si tratta della punta La Marmora (1834 metri).

Nella regione del Gennargentu è possibile effettuare escursioni di vario genere seguendo tanti itinerari diversi dedicati alla natura, al paesaggio, alle bellezze dei piccoli paesi dell’interno e alla cultura popolare tradizionale.

Qui, infatti, il folklore sardo è ancora presente.

Ad esempio, il borgo di Tonara è legato alla produzione del torrone sardo artigianale e dei campanacci: si tratta di un centro di villeggiatura circondato da boschi di noccioli e castagneti e dove le case sono sparse in maniera diffusa sul territorio.

Qui si trova anche la domus de janas is Forreddus, con tre cellette scavate nella puddinga. Al tempo stesso Tonara è anche il punto di partenza ideale per un escursione a punta Mungianeddu.

L’ascensione avviene grazie a una strada a fondo naturale lunga 4 chilometri attraverso boschi di leccio e noccioli e consente di godere di una vista panoramica davvero unica.

A poca distanza sorge l’antico borgo pastorale di Dèsulo, nato dall’aggregazione di tre nuclei distanti (Asuai, Ovolaccio e Issirìa) disposti in successione lungo la strada per Fonna.

A Dèsulo è nato Antonio Casula, in arte Montanaru, il più importante esponente della poesia in lingua sarda del Novecento.

Nella sua casa natale è stato istituito il Museo Etnografico Casa Montanaru, dove sono stati raccolti una ricca biblioteca, costumi e attrezzi pastorali e una mostra fotografica sulla transumanza e sull’emigrazione degli abitanti del borgo nelle regioni meridionali dell’isola.

Dèsulo è il punto di partenza per numerose escursioni, in particolare per punta La Marmora: si può usare l’auto o andare a piedi e una volta sulla vetta la vista spazia a 360 gradi su tutte le coste della Sardegna.

Nella zona vivono mufloni, avvoltoi degli agnelli e altre rare specie animali. Allo stesso modo dal borgo sono facilmente raggiungibili diverse cime del Gennargentu.

Nel territorio sorgono altre altri punti di interesse, quali il nuraghe Ura e Sole (il più alto dell’isola) e il cuile Meriagros, il più grande degli ovili comunitari di Dèsulo, con antichi ricoveri per animali e pinnette, cioè capanne circolari ricoperte di frasche.

Anche Aritzo è una località di villeggiatura, ma molti rioni antichi conservano ancora le tipiche case barbaricine in pietra di scisto e balconate di legno.

Il paese è famoso per la produzione di casse nuziali intagliate artigianalmente, un’attività tradizionale che affonda le radici nell’antica storia locale.

La chiesa di San Michele Arcangelo, di matrice cinquecentesca, ospita numerose opere d’arte, tra cui la statua in legno di San Cristoforo, realizzata dall’artista napoletano Antonio Gallo agli inizi del Seicento.

Nel borgo si trova anche l’Ecomuseo della Montagna Sarda, che documenta la cultura della Barbagia e del territorio del Mandrolisai: vi sono esposti i tradizionali costumi aritzesi, gli oggetti della vita quotidiana e gli ambienti delle case.

In particolare vi è una sezione dedicata alla produzione della carapigna, la granita locale a base di ghiaccio e limone e che veniva esportata da Aritzo in tutta l’isola dal Quattrocento.

Infine si può prendere la strada panoramica per l’Arcu Guddotorgiu o raggiungere Seùi, dove il 24 giugno, in occasione di San Giovanni Battista, si tiene la tradizione del pranzo comunitario su cardamponi.